SERIE A

Arbitri italiani multati per evasione fiscale: ci sono anche Rocchi e Orsato

Il mondo arbitrale italiano è al centro di uno scandalo fiscale: diversi arbitri internazionali sono stati sanzionati per non aver dichiarato al Fisco i compensi ricevuti dalla UEFA tra il 2018 e il 2022. Secondo quanto riportato da La Repubblica, tra i nomi coinvolti figurano Gianluca Rocchi, ex arbitro e attuale designatore di Serie A e B, e Daniele Orsato, ritiratosi lo scorso agosto.

L’indagine della Guardia di Finanza
L’inchiesta è partita nella primavera del 2023, quando la Guardia di Finanza ha presentato un esposto in cui denunciava l’omessa dichiarazione al Fisco di compensi ricevuti per le partite dirette in Europa. Gli arbitri percepiscono un compenso minimo di 8.000 euro a match, ma si è scoperto che una cinquantina di direttori di gara, assistenti, addetti al VAR e AVAR non hanno dichiarato tali introiti tra il 2018 e il 2022.

L’indagine ha coinvolto anche il calcio a 5 e si è basata su verifiche incrociate, grazie agli elenchi forniti dall’Associazione Italiana Arbitri (AIA). È emerso un quadro preoccupante, con un “alto tasso di evasione fiscale”. Sebbene le somme non abbiano mai superato i 100.000 euro — soglia oltre la quale scatta il penale — alcuni compensi erano stati depositati su conti esteri.

Le conseguenze e le ammissioni
Nel 2023, quasi tutti gli arbitri coinvolti hanno ricevuto notifiche dall’Agenzia delle Entrate e hanno aderito al pagamento delle sanzioni tramite il cosiddetto ravvedimento operoso, beneficiando così di riduzioni. Gianluca Rocchi ha dichiarato: “Ho chiuso tutte le pendenze, si era trattato di un disguido”, mentre il suo avvocato ha precisato che l’errore è stato causato da “norme non chiarissime”. Nessuna dichiarazione, invece, da parte di Daniele Orsato.

Le possibili implicazioni disciplinari
Oltre alle sanzioni fiscali, questo scandalo potrebbe avere ripercussioni sul piano sportivo. L’emersione delle violazioni potrebbe spingere la Procura federale della FIGC ad avviare un’inchiesta. Le eventuali sanzioni disciplinari potrebbero rivelarsi pesanti, rischiando di gettare un’ulteriore ombra sulla credibilità del settore arbitrale italiano.

Una questione di trasparenza
Questo episodio mette in evidenza la necessità di maggiore chiarezza normativa e di controlli più rigorosi per garantire che anche i compensi ricevuti all’estero siano regolarmente dichiarati. L’immagine degli arbitri italiani, già sotto scrutinio per le prestazioni in campo, rischia ora di subire un ulteriore colpo, compromettendo la fiducia degli appassionati e delle istituzioni calcistiche.

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Redazione Ilovepalermocalcio