Si chiama Antonio Perrone, ed è un tifoso innamorato del Palermo che vive a Roma. Le immagini che lo ritraggono mentre consegna la maglia del Palermo a Papa Francesco hanno già fatto notizia e la nostra redazione ha deciso di dedicargli spazio in un’intervista, al fine di raccontare questa fantastica idea e non solo.
Spiegaci da cosa è nata l’idea di fare questo fantastico dono a Papa Francesco
«Io sono un collezionista di maglie ed un amante del Palermo, ho maglie di tanti giocatori realmente indossate di quasi tutte le squadre. Possiamo dire che ho unito la mia passione al fatto che Papa Francesco quando è stato eletto pontefice ha detto subito di essere un tifoso del San Lorenzo. Lavoro a Roma da diversi mesi e mi sento di ringraziare l’azienda per la quale lavoro e che ha reso possibile questo incontro con il pontefice, la Mondialpol Spa, in particolar modo nelle persone del commendatore comandate dr. Giuseppe Campagna e suo figlio Antonio Campagna. Durante una mia visita ai musei vaticani ho visto che lì esposti c’erano tutti i cimeli calcistici provenienti da tutto il mondo, che sono stati donati al papa. Mi sono detto che mancava la maglia del mio Palermo, così da lì è nata poi questa cosa. Durante le ferie, ho preso la maglia rosanero, l’ho fatta personalizzare con il nome di papa Francesco e mi sono recato in società per parlare con i giocatori e per far autografare la maglia stessa. Ieri mattina poi mi sono dato da fare, ho attirato la sua attenzione, lui poi si è voltato, ha visto la maglia e gli ho spiegato tutto. Sono stati 30-40 secondi interminabili, lascio immaginare».
Sei un tifoso innamorato del Palermo, quali sono i ricordi rimasti indelebili riguardo ai colori rosanero?
«Uno dei miei primi ricordi, è la prima partita vista allo stadio, che poi è quella che ti segna. Era un Palermo-Battipagliese di serie C finita 0-0 di cui non ricordo neanche l’anno. Poi sicuramente i ricordi più belli sono la qualificazione per la finale di Coppa Italia disputata contro il Milan e la finale stessa che purtroppo ha avuto un epilogo non troppo felice».
Parliamo del presente, sei uno di quelli che si schiera dalla parte dell’ex patron Zamparini o pensi che abbia distrutto una passione?
«Tutto quello che abbiamo passato di bello negli ultimi dieci anni e forse anche di più è comunque grazie a quello che ha fatto Zamparini. Nell’ultimo periodo però diciamo che il giocattolo si è rotto, quando vendi e realizzi tutte queste plusvalenze, mettici pure che l’età avanza un po’ per tutti, sia per me sia per l’ex presidente (ride ndr.), finisci per avere un cambio di rotta sostanziale anche perchè i tempi sono cambiati e la situazione è stata diversa rispetto a 5-6 anni fa. Magari ti lasci guidare in maniera non corretta e ti affidi a persone che non ti danno buoni consigli, io non ho mai visto tutti questi stranieri in una squadra italiana, preferisco lo sviluppo dei nostri vivai, infatti invidio molto i settori giovanili dell’Atalanta e del Brescia che fanno crescere i giocatori e li portano poi in prima squadra. Quando peschi dall’estero, non tutti possono essere gli Ilicic della situazione».
La situazione societaria attuale del Palermo appare drammatica, che idea ti sei fatto a proposito?
«Io sono una persona molto razionale che valuta i fatti più che le chiacchiere. Diciamo che secondo il mio modesto parere, Zamparini ha voluto vendere, però nel momento in cui ha venduto questi nuovi proprietari hanno fatto un po’ di testa loro e mi riferisco in particolar modo al trattamento ricevuto da Foschi. Purtroppo ci va di mezzo la squadra, perchè poi manca la serenità, eravamo primi in classifica fino alla scorsa giornata, non capisco perchè rompere l’armonia. La squadra ne risente certamente. Mi auguro con tutto il cuore che come si dice: “dalle avversità nascano le cose migliori”. Spero che si faccia gruppo, anche ascoltando le dichiarazioni di Bellusci della settimana scorsa. I tifosi stessi fino a oggi si sono recati allo stadio ed hanno fatto sentire il proprio sostegno, questo sicuramente fa bene. Mi auguro che la squadra faccia bene fino a fine campionato».
Cosa ti senti di dire ai tifosi che fin qui hanno lasciato il Barbera deserto durante i match casalinghi?
«Oggi come non mai la squadra ha bisogno del sostegno del palermitano che tifa Palermo. Può far soltanto bene. Si deve pensare partita dopo partita, se fossi giù a Palermo sarei il primo ad andare allo stadio a sostenere la squadra».
Ringraziamo Antonio per l’intervista ed in basso proponiamo il video dell’incontro con papa Francesco.