Antonini si difende: «Quanton era solvibile. I debiti? Non erano miei»

Valerio Antonini/ fonte Facebook- ilovepalermocalcio.com

Valerio Antonini rompe il silenzio e replica alle accuse comparse su alcuni media, in particolare all’inchiesta de la Repubblica Palermo, secondo cui la sua ex società Quanton – poi divenuta Kalash – sarebbe finita in liquidazione con un buco di 180 milioni di euro. In un’intervista rilasciata allo stesso quotidiano, l’imprenditore romano ha fornito la sua versione dei fatti, difendendo la trasparenza dell’operazione e negando qualsiasi legame con i debiti attualmente in pancia alla nuova proprietà.

Trapani tra sogni sportivi e ombre finanziarie: i debiti nascosti dietro l’impero Antonini

«Si è parlato solo dei debiti, ma non si sono menzionati i crediti», spiega Antonini. «Quanton vantava un credito molto importante nei confronti del governo iraniano: 124 milioni di euro per forniture di grano, di cui solo 50 sono stati incassati. Il resto era oggetto di arbitrati commerciali in corso, che la nuova proprietà ha deciso di gestire fidandosi della posizione creditoria».

Secondo Antonini, l’azienda era in equilibrio patrimoniale al momento della cessione. «Non ho lasciato una società con debiti superiori ai crediti. La procedura di ‘solvent liquidation’ era già stata avviata e i liquidatori avevano certificato che Kalash era una società solvibile. Se lo era a settembre 2024, lo era ancora di più al momento della vendita, avvenuta mesi prima».

Alla domanda sui nuovi debiti con la Gtcs Trading Dmcc, società che secondo alcuni media sarebbe legata al traffico di grano russo e che vanta un credito da 109 milioni di euro, Antonini precisa: «Gtcs non è una società russa ma una realtà registrata a Dubai. È un grande trader internazionale, con volumi enormi e legami storici con il mercato russo. Ma quei debiti, se ci sono, non sono responsabilità mia: la mia gestione si è conclusa ben prima».

Antonini, oggi proprietario del Trapani Calcio, del club di basket degli Sharks e dell’emittente Telesud, ha colto l’occasione per tornare anche sul discusso progetto della cittadella dello sport a Trapani, un maxi investimento da 110 milioni di euro. «Il finanziamento arriverà attraverso un project financing con la partecipazione di banche e privati. Ci siamo già affidati a Ernst & Young come advisor», spiega. «Siamo in attesa delle autorizzazioni da Comune e Demanio. L’area è stata individuata, ora aspettiamo che si sblocchi tutto».

Una difesa netta, quella di Antonini, che respinge ogni accusa e rilancia sulla solidità del proprio operato. Ma la vicenda è tutt’altro che chiusa, e probabilmente tornerà a far discutere anche nei prossimi giorni.