Marcello Taglialatela, onorevole e membro della Commissione Antimafia, per via delle numerose polemiche scatenate dalla sua intervista a “La Zanzara”, torna a parlare della Juventus, questa volta lo fa ai microfoni di “Mattina 9”. Ecco le sue parole: «Sta emergendo nella migliore delle ipotesi un’atteggiamento di superficialità della dirigenza bianconera verso i capi della tifoseria per la vendita biglietti. Una superficialità che ha portato a rapporti diretti tra un capo ultrà legato alla ‘ndrangheta e vertici della Juve. La Commissione ha il compito di indagare e trovare soluzioni che possano evitare ciò in futuro. Nel passato è accaduto che ci siano stati rapporti tra gli ultrà e le società, bisogna evitare che questo accada con comportamenti esemplari. Napoli fa sempre notizia per le cose negative. Non è solo il caso dello sport, è un malcostume diffuso. La Juve è molto amata in Italia e incute sempre un po’ di paura. In questo caso la Gazzetta è ovvio che non possa essere obiettiva perchè il bacino d’utenza juventino è ampio che legge questo giornale. Prima del sottoscritto, è stato attaccato il presidente dell’Antimafia per aver chiamato il legale Chiappero. E’ stato visto come un atto di lesa maestà. Non ci penso nemmeno alle mie dimissioni. Sciarpa anti-Juve? Chi mi conosce sa che difficilmente faccio il pentito. Quella è una cosa da stadio, con l’aspetto della goliardia e divertimento. Non credo che la Bindi mi chieda di dimettermi. La registrazione di Cruciani è chiara, ed ho detto che non mi auguro penalizzazioni alla Juve o squalifica di Agnelli perchè vorrei battere i bianconeri sportivamente sul campo. Non bisogna cedere il fianco a chi fa giornalismo urlato o per fare caciara. Prometto che sulla vicenda Commissione Antimafia non farò più dichiarazioni. Quello che era sotto attacco non era Taglialatela, ma la Commissione che ha avuto l’ardire di indagare sulla Juve».