“Ha presente il cavallo di Troia? Viene introdotto nelle mura della città con il ventre pieno di soldati, che di notte la espugnano. Anche contro il Covid abbiamo oggi un cavallo di Troia, grazie a una tecnologia mai usata prima d’ora per un vaccino: introduciamo nel corpo umano piccolissime particelle del coronavirus Sars-CoV2, che una volta dentro vanno a stimolare una risposta immunitaria contro se stesse, cioè contro il Covid. Se un giorno dovessimo incontrarlo, ci troverebbe con le armi già pronte a riconoscerlo e vincerlo.
I vaccini che verranno autorizzati e distribuiti avranno passato tutti i test di sicurezza. Se non crediamo in questo, allora neghiamo la validità di tutta la ricerca e a questo punto dovremmo rifiutare qualsiasi sperimentazione, anche i farmaci contro l’Epatite C o gli ultimi ritrovati contro il cancro. Torniamo alla preistoria? Gli Stati stanno comprando i diversi tipi di vaccini, poi man mano svilupperanno campagne vaccinali con il prodotto che sarà a disposizione in quel momento: noi li riceveremo da un lotto o da un altro, ma do per scontato che saranno tutti ugualmente validi.
L’elemento critico è la tempistica, vista la numerosità dei soggetti che devono essere vaccinati. Poi dobbiamo attendere la registrazione all’Ema, l’organismo che presiede alle autorizzazioni, peraltro già richiesta da Pfizer e da AstraZeneca, mentre Moderna sta presentando la documentazione.E soprattutto dovremo attendere la produzione di un numero di fiale sufficienti per avere la famosa immunità di gregge, che si ottiene in modo sicuro solo se l’80% delle persone viene vaccinato. Posto che circa un milione di italiani si sono già infettati e quindi in parte immunizzati (ma non si sa per quanto tempo), decine di milioni sono da vaccinare e i tempi saranno lunghi”. Queste le parole di Massimo Andreoni, infettivologo, rilasciate ai microfoni di “L’Avvenire” in merito al vaccino per il Coronavirus.