Andreazzoli: «Il mio Empoli? Non è solo Caputo e Donnarumma. Palermo? Vale comunque la…»
“L’uomo che non parla, alla fine ha deciso di rompere il silenzio. Aurelio Andreazzoli sceglie il Centro Tecnico di Coverciano e la premiazione della Panchina d’Oro per raccontare il suo Empoli capolista. Chissà se a spingerlo a uscire da questo curioso cono d’ombra è stato Luciano Spalletti. Un amico. Un maestro. L’uomo che, qualche mese fa, lo ha consigliato al presidente Fabrizio Corsi e che ieri lo ha abbracciato dopo la premiazione di Allegri. Chiedendogli informazioni sull’Empoli che resta comunque una delle squadre del cuore del tecnico di Certaldo. Aurelio non ama la vetrina ma ha idee geniali. Che mescolano in maniera curiosa le filosofie calcistiche di Spalletti, Garcia e Sarri. L’effetto? Vincente. Come dimostra un Empoli che sta cercando di ritornare subito in A e che potrebbe diventare, ammesso che non lo sia già diventato, un laboratorio da studiare.«Quando ho accettato la proposta del presidente dell’Empoli — spiega Andreazzoli — non sapevo quanto il mio lavoro avrebbe potuto incidere sui risultati della squadra. Speravo di dare una mano ma l’effetto è stato molto più positivo di quanto potessi immaginare». Alle vostre spalle ci sono Frosinone e Palermo. «Grandi squadre, piazze importanti. Il Palermo vale comunque la A. I punti che ha di ritardo sono recuperabili. Noi non dobbiamo fare calcoli. Giovedì ospiteremo la Salernitana. Un’altra gara impegnativa. Inoltre sarebbe importante in questo momento della stagione avere un pubblico più numeroso al nostro fianco. Questo, sia chiaro, senza nulla togliere ai tifosi che sono sempre presenti e che ci fanno sentire il loro calore»”.
Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”