Ancora guai per Santopadre. Vendita fittizia all’Atalanta di Mancini? Le intercettazzioni
Tira dritta per la propria strada la Procura di Perugia che dopo aver concluso l’indagine sull’assalto al bus dei Grifoni è intenzionata a mettere nel mirino le cessioni di Gianluca Mancini, attuale centrale della Roma e della Nazionale, e del figlio del presidente biancorosso Massimiliano Santopadre, Alessandro, portiere, seconda scelta al Rimini, entrambi venduti nell’estate 2017 all’Atalanta.
Prima ancora che intervenissero le sentenze assolutorie del Tribunale federale nazionale e della Corte d’appello della Figc, rispettivamente datate 7 giugno e 27 agosto 2018, a proposito di quelle due cessioni il pubblico ministero Mario Formisano in una richiesta di proroga di intercettazione del cellulare di Max Santopadre, non indagato ma comunque ‘spiato’ dalla Digos durante l’inchiesta sul tifo violento, spiegava: «Nel corso delle conversazioni sono emersi profili di interesse investigativo sui quali occorrerà fare luce valutando la posizione dell’attuale presidente del Perugia. Un tema di indagine è l’ipervalutazione del cartellino del figlio del presidente, Alessandro, che risulterebbe essere stato venduto all’Atalanta per un prezzo esorbitante. Secondo la Fiorentina il presidente Santopadre attraverso questa ipervalutazione avrebbe incassato parte del valore di un altro giocatore, Mancini, per il quale il Perugia avrebbe dovuto corrispondere alla Fiorentina un corrispettivo pari al 50 per cento del suo valore».
Nelle carte della Procura è spiegato: «Santopadre, nel respingere tale addebito, afferma che in realtà la vendita del figlio all’Atalanta risulterebbe simulata e che la stessa in realtà nasconderebbe un prestito di circa due milioni di euro ricevuto dalla società calcistica di Bergamo per consentirgli di chiudere la stagione. Tali conversazioni – scrive Formisano – lascerebbero prefigurare una truffa di rilevante gravità ai danni della Fiorentina o, accogliendo la prospettazione di Santopadre, il reato di falso in bilancio». La questione al vaglio del magistrato è ancora in una fase embrionale ma fonti qualificate della guardia di finanza hanno lasciato intendere che, pur non avendo ricevuto ancora alcun incarico formale, sono state messe in preallerta per svolgere accertamenti specifici.
Con ogni probabilità verranno acquisite le sentenze della Giustizia federale che in secondo grado ha spiegato: «Si ritiene non sussistano elementi idonei e sufficienti, tanto meno di natura oggettiva o documentale, sui quali fondare un giudizio di colpevolezza in ordine alla non congruità della valutazione dei calciatori né tanto meno in relazione alla funzione elusiva della valutazione medesima». Nelle carte della Procura federale, confutate dalle difese del Perugia (insieme al numero uno sotto scacco al disciplinare c’era anche il ds Roberto Goretti) e dell’Atalanta (presidente Luca Percassi, dirigente Giovanni Sartori) vengono messe nero su bianco le cifre di quegli affari: Mancini, quotato 500/600 mila euro, 800 mila per Transfertmarket, è stato venduto a 200 mila; Alessandro Santopadre, quotato 100 mila euro, 75 mila per Transfertmarket, è stato piazzato a un milione di euro. Complice il passaggio di proprietà della Fiorentina dai Della Valle a Rocco Commisso l’ultimo atto davanti al Collegio di garanzia del Coni è stata la firma della pax mediante l’accordo tra le società a «transigere la controversia».
Due anni dopo quelle cessioni Mancini, classe 1996, ha strappato sul campo una qualificazione storica in Champions league con Gasperini e un posto in nazionale maggiore prima di trasferirsi nella Roma americana per un’operazione da 21 milioni di euro (due per il prestito oneroso e 19 tra un anno per il riscatto obbligatorio). Santopadre jr, invece, 21 anni, 178 centimetri di altezza per Transfertmarket, 1,85 metri per Wikipedia, definito dal Procuratore federale «tra i più bassi portieri dei campionati professionistici italiani», scalda la panchina al Rimini in Serie C. Questo quanto si legge su “Il Messaggero”