L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla gara che il Palermo giocherà oggi contro la Ternana.
Due settimane dopo il tonfo in casa contro il Cittadella che Palermo troveremo? Due settimane dopo la partita più brutta della stagione che ha sancito lo scollamento tra il popolo rosanero e la propria squadra che Palermo sarà quello di oggi a Terni? Sono solo due delle mille domande che vorremmo porgere a Eugenio Corini, sapendo bene che la risposta potrà darla soltanto il campo. Il terreno di gioco dello stadio Liberati di Terni, raramente prodigo di punti per i colori rosanero tuttavia crocevia fondamentale per l’attuale stagione. Perché, se dopo due settimane di riflessioni, dopo tutte le critiche che gli sono piovute addosso, dopo le promesse, le chiacchiere, le buone intenzioni e tutto il resto il Palermo oggi non darà segnali di ripresa, vorrà dire che Corini non ha più il controllo della situazione.
E per segnali di ripresa non intendiamo solo il risultato, che può arrivare (come è accaduto spesso quest’anno) in modo fortuito; ma parliamo di gioco, di manovra, di schemi, di quella identità sbandierata più volte dal tecnico rosanero, di cui abbiamo trovato traccia soltanto a Venezia. Insomma, oggi a Terni contro l’ultima della classe, motivata dal cambio di allenatore (Breda subentrato a Lucarelli oggi debutta in casa) e dalla buona prestazione sul campo dello Spezia scopriremo se il Palermo c’è ancora. Se esiste ancora l’idea di quella squadra ipotizzata in estate, una squadra a trazione laterale che avrebbe dovuto garantire brillantezza e ritmo, se resiste la fiducia nei propri mezzi e sulla possibilità di riscalare una classifica che nonostante il magro ruolino di quattro punti nelle ultime cinque partite resta ancora positiva, anche se ieri i rosanero sono stati superati da Cremonese e Como, sono stati raggiunti dal Modena e dunque per tornare terzi devono vincere.
Le assenze per infortunio di Di Francesco e Insigne (le ali su cui si è puntato in sede di mercato e che hanno condizionato finora ogni scelta) dovrebbero rilanciare i collaudati Di Mariano e Valente, giocatori di carattere forse più adatti a questo tipo di partite. Un ricorso quasi obbligato alla «vecchia guardia». Dovrebbe essere ancora una volta un Palermo a trazione laterale ma se anche oggi Brunori sarà abbandonato alle grinfie dei difensori avversari come un leone in gabbia bisognerà pensare a un altro sistema di gioco. Con o senza Corini, perché nonostante la fiducia più volte espressa dalla proprietà siamo certi che le partite sono sotto gli occhi di tutti. Anche a Manchester hanno la tv.