Amatucci: «Ora la salvezza con la Salernitana, poi la A con la Fiorentina»

La maturità di un veterano nei piedi e nella testa di un ventunenne. Lorenzo Amatucci, centrocampista classe 2004 in forza alla Salernitana, è tra le sorprese più piacevoli della Serie B. Di proprietà della Fiorentina, con cui ha vinto tre Coppe Italia Primavera e due Supercoppe, ora ha in mente un solo obiettivo: restare in Serie A con la maglia granata.

Ecco la sua intervista riportata da “Gazzetta.it”:

«Più coraggio e non avere paura anche se la palla adesso pesa di più» – spiega Amatucci parlando della lotta salvezza – «Noi ci siamo per la volata salvezza, pensiamo di potercela fare».

Un ruolo importante lo gioca anche l’allenatore Breda, già conosciuto nella precedente esperienza a Terni:
«Con lui disputammo un gran finale di stagione, peccato per l’epilogo. Ha esperienza e sa come gestire questi momenti, anche nello spogliatoio».

L’esperienza in Campania non è stata semplice, ma il talento viola non ha rimpianti:
«No, anche se per ora è un anno difficile ma è bello perché gioco per la prima volta in una piazza così importante. La gente vive di calcio e questo lo avverti».

E proprio ai tifosi granata dedica un pensiero speciale:
«Dispiace molto non essere riusciti fin qui a dare alla gente le soddisfazioni che merita. Siamo i primi ad essere tristi perché avvertiamo la responsabilità di voler far felice i tifosi».

Amatucci analizza con lucidità anche ciò che non ha funzionato:
«Siamo partiti con aspettative alte, come giusto che fosse. La squadra era ed è di alto livello ma quando le cose iniziano ad andare male tutto si complica. Anche per gli allenatori che sono poi arrivati non è facile riuscire a fare meglio».

Sul piano personale, i numeri parlano per lui: 29 presenze da titolare su 30 gare disputate. Eppure:
«Pretendo molto da me stesso e sono consapevole che avrei potuto dare anche di più».
«Ad esempio qualche gol ed assist in più. Per giocare in A occorre migliorare».

Una sola assenza, quella di ottobre, per un lutto familiare devastante:
«È stato il momento peggiore della mia vita. Lei era il mio punto di riferimento, sempre presente anche se distanti. Ogni giorno con la mamma c’era sempre la prima ed ultima telefonata».

A sostenerlo in quei giorni bui, le persone più care:
«Mi hanno dato forza, devi averla quando perdi la persona più importante altrimenti rischi di perderti. Papà Daniele, mia sorella Melissa, la mia compagna Camilla, i nonni sono fondamentali».

«Sì, quando avevo 9 anni mia madre veniva a prendermi a scuola e mi accompagnava alla stazione per raggiungere Firenze. Dopo gli allenamenti la sera veniva a riprendermi ed in treno mangiavo il pranzo preparato da nonna Mara».

Poi, un pensiero per il club che lo ha cresciuto:
«La Fiorentina è parte fondamentale della mia vita, non solo da calciatore. Una società che dà sempre grande attenzione ai giovani, non fa mancare nulla».

Indelebile il ricordo della vittoria dell’Europeo Under 19:
«Una delle esperienze più belle della mia vita. Un gruppo che è diventato sempre più unito, amici fuori e dentro al campo. Così abbiamo costruito quel successo».

In panchina c’era Bollini, altro ex Salernitana:
«Ci diede tanta serenità, ci faceva stare bene. Grazie a lui siamo diventati sempre più forti».

Ora l’Under 20, ma lo sguardo va oltre:
«È un obiettivo. Spero di raggiungerla il prima possibile ma penso di non meritarla ancora. Ci sono calciatori più bravi. Chi è al mio posto gioca in A».

Amatucci non ha dubbi su chi sia il centrocampista italiano più forte:
«Tonali».

E sull’idolo di infanzia:
«Xavi».

Infine, una battuta sull’attuale tecnico viola, Palladino:
«Lo so, me ne ha parlato di quella esperienza. Lui è molto bravo, sta facendo grandi cose».

Il sogno resta sempre lo stesso:
«La Fiorentina e la Serie A, ma prima voglio conquistare la salvezza con la Salernitana».