Altre Siciliane, ecco il motivatore Rigoli: «Akragas, lotta con me»

“A portare in Lega Pro l’Akragas ci ha provato senza riuscirci. Adesso la riprende in mano per evitare che torni in serie D, là dove l’aveva lasciata. Con Pino Rigoli si ritorna alla casella di partenza. Il compito è ben più difficile di due stagioni fa. C’è da mettere in sicurezza una squadra, rimotivare i giocatori, ridare speranze alla dirigenza, riportare la gente allo stadio e in poco tempo. A far pendere l’ago della scelta sull’allenatore messinese, l’umore della piazza. Bastava dare un’occhiata ai social per capire che lui avrebbe potuto compiere il miracolo di riportare la gente allo stadio, di ridare fiato e voce alla curva, di provare ad acciuffare per i capelli una squadra che non vince da 11 partite e che all’Esseneto non ha mai saputo dare la gioia di una vittoria ai suoi tifosi. AMARCORD ll ritorno di Pino Rigoli è questo ma tanto altro. Apre uno squarcio sui rapporti in seno alla società. Nonostante l’immagine data sia di grande compattezza, lui è un cuneo tra nuovi e vecchi dirigenti. Con Rigoli passa la linea del presidente Silvio Alessi. Il presidente onorario Marcello Giavarini l’accetta come colui che pensa «ok vediamo come va a finire» postando sui social un sinistro messaggio «presto la squadra sarà in mano agli agrigentini». Esulta Totò Catania, rientra nell’alveo delle sue competenze l’a.d. Tirri. Dopo 1 anno e 7 mesi Rigoli ha diretto un nuovo allenamento dell’Akragas. La squadra l’ha vista sugli spalti contro Catania e Messina ed in televisione. Si è confrontato telefonicamente con Legrottaglie che gli ha fornito utili indicazioni.«Lavorerò alla revisione degli equilibri emotivi e tattici. L’Akragas ha giocatori di categoria, faranno bene se lotteremo insieme e uno come Madonia c’è lo invidiano. Ho chiesto che resti». Rigoli porta il suo staff e quel 4-3″. Questo quanto si elgge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.