Alluvione, 13 morti in Emilia-Romagna. L’ex Palermo Agliardi: «Ho rischiato grosso: qui è una tragedia»

L’edizione odierna di Brescia Oggi ha riportato un’intervista a Federico Agliardi in particolar modo su quanto accaduto in Emilia Romagna.

Continua a ripetere: «Mi è andata bene». Bresciano di Borgosatollo, 40 anni, Federico Agliardi si è stabilito a Cesena, dove ha giocato per 6 stagioni dopo aver indossato le maglie di Brescia, Cosenza, Palermo, Rimini, Padova e Bologna prima di chiudere a Lumezzane. In questa stagione ha fatto il preparatore dei portieri dello United Riccione, in Serie D. Ma il calcio, ora, non è nei suoi pensieri. Agliardi, come sta? «Ringraziando il Signore, io e la mia famiglia siamo all’asciutto».

Dove si trova? «A Milano Marittima, dove ho affittato una casa per tutta la stagione. La mia a Cesena è in ristrutturazione. Martedì sono andato a controllare lo stato dei lavori. Proprio il giorno in cui è successo il disastro. Ero con il mio bambino di 2 anni e mezzo. Sono andato a far la spesa in un Iper vicino al fiume Savio, ho posteggiato nel sotterraneo. Sono venuto via poco dopo mezzogiorno e poche ore dopo quel parcheggio era sotto 3 metri di acqua. Ho rischiato. Vuole raccontare? Martedì pomeriggio è venuto giù di tutto e mezza Cesena è stata sommersa dall’acqua del Savio. La mia casa è a piano terra ma in una zona dove l’argine è un po’ più alto, così si è salvata. Il Savio è strabordato a sinistra, verso le campagne. Per fortuna».

E a Milano Marittima com’è la situazione? «Noi siamo relativamente tranquilli. Ma mercoledì sera ci hanno fatto evacuare, io e la mia famiglia abbiamo dovuto dormire in albergo. Nella zona è tutta una palude, un lago. Un vero e proprio dramma».

Quando se n’è reso conto? «Martedì, tornando da Cesena, ho notato che il fiume Savio era praticamente al limite, si vedeva a occhio nudo. E infatti… Conosco persone in grave difficoltà, mi piange il cuore, tutto questo è allucinante. Il Savio raccoglie tutta l’acqua che viene dall’intera valle, che comprende Bagno di Romagna, Mercato Saraceno. Anche il mare, venendo aria da nord est, spinge verso l’interno e i fiumi non buttano più fuori».

Dov’è il punto critico? «L’argine del Savio si è rotto a Castiglione, a pochi chilometri da Milano Marittima. Ma qui, grazie al cielo, io e la mia famiglia siamo all’asciutto e relativamente al sicuro».

Come è stato l’inverno in Romagna? «Non particolarmente piovoso, ha iniziato a marzo-aprile. Qui c’è una diga, che si chiama Ridracoli, che da febbraio all’altro giorno ha già tracimato 3 volte. Serve Cesena, Forlì, tutta la zona. Non abbiamo problemi di approvvigionamento idrico, ma da queste parti il terreno è argilloso, non è in grado di filtrare l’acqua che riceve. E con la pioggia incessante degli ultimi giorni, non è più riuscito a tenere».

Sta piovendo ancora? «Ha smesso mercoledì pomeriggio, ma qui ci sono così tanti fiumi e fiumiciattoli che, spaccando il Savio a Castiglione di Ravenna, tutti gli altri canali che servono i campi hanno buttato fuori. Nelle zone delle saline di Cervia, prima di arrivare in paese, è tutto mare: non esiste più una via. C’è gente che ha perso la casa, i raccolti, gli animali, le attrezzature, l’attività. Qui non si è mai visto nulla del genere».

I suoi cari? «Mia suocera, in centro a Lugo, abita al 1° piano e ha l’acqua sotto il ginocchio È esondato il Senio, l’acqua è arrivata da chilometri di distanza».

Anche lei è un angelo del fango? «Appena potrò, senza dubbio aiuterò a liberare le strade e le case, ma è dura. Le scuole sono chiuse, ho il bambino da tenere e mia moglie lavora. Difficile anche muoversi: molte strade sono chiuse».

La popolazione come sta reagendo? «I romagnoli ce la faranno, non ho dubbi. Hanno carattere, come noi bresciani».