«Tra cinque o sei anni smetto di allenare. Perché finché mi diverto ad andare in campo e insegnare io continuo, ma nel momento in cui non mi divertirò più smetterò e avrò risolto il problema. A me piace vedere i giocatori crescere, mi piace far debuttare i ragazzini e vederli diventare grandi. A me piace insegnare. Alla fine dell’anno mi piace vedere dei giocatori che sono migliorati, per me è una soddisfazione enorme. Nel momento in cui smetto di sentire questa magia, non ha più senso che alleni. L’idea di smettere tra cinque o sei anni c’è, ma la Nazionale mi interessa. La Nazionale è un’altra cosa. È un motivo d’orgoglio. I ragazzi azzurri nati tra il 1992 e il 2000 sono molto bravi: quella del futuro sarà una Nazionale. Io non sono uno che sta ventisei ore a pensare a una partita. Dico sempre che ci sono gli allenatori costruiti e gli allenatori naturali. Io sono di quelli naturali. Non devo star lì a vedere video per ore e ore. Guardo quello che devo guardare e in un quarto d’ora capisco quello che posso capire. Se sto tutto il giorno a vedere video alla fine non capisco nulla». Queste le parole rilasciate da Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus, ai microfoni di “GQ”.