«Io dico che c’è una nuova generazione che sta crescendo e bisogna aspettarli, perché noi siamo il Paese dove un giovane dopo un anno di serie A è un fenomeno, il secondo anno non riesce e allora diciamo che si è montato la testa. Non abbiamo mai la costanza di aspettare un ragazzo e la sua crescita. Io porto l’esempio di uno dei giocatori più forti degli ultimi anni che è Iniesta. Io andai a giocare al Barcellona e vedevo Iniesta allenarsi e non giocare, entrare ogni tanto. Guardai la carta d’identità, aveva diciannove anni. Ha fatto tre anni con la prima squadra però non gli hanno dato mai la responsabilità, era un talento e a vent’anni è diventato titolare con l’esperienza di aver fatto panchina e campo. Questo vuol dire far crescere un giovane. Io mi sono sempre reputato un ragazzo normale che ha fatto qualcosa di speciale e mai un ragazzo speciale che ha fatto qualcosa di normale. Ci sono alcuni giocatori che invece pensano di essere speciali loro e giocano tanto per giocare». Queste le parole rilasciate da Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan e della Nazionale italiana, ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”.