Al Barbera da tifoso speciale. Adesso le videocamere di sorveglianza «riscrivono» la sua versione. I dettagli
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla del caso di razzismo a Palermo. Potrebbe reggere solo in parte l’aggravante dell’odio razziale nella vicenda del pestaggio del giovane senegalese, Kande Boubacar, aggredito da un gruppo composto soprattutto da ragazzini, nella notte tra l’8 ed il 9 febbraio fra via Spinuzza e via Valenti. Non solo, anche la stessa posizione della vittima potrebbe tramutarsi in altro: dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, infatti, emergerebbe che l’ultimo scontro ,quello avvenuto invia Cavour, potrebbe essere stato provocato proprio da lui contro coloro che in precedenza lo avrebbero insultato («negro di m…vai via da qui!») e colpito in faccia (il pugno sarebbe stato sferrato da un tredicenne che non è quindi imputabile). Dai video, infatti, si vedrebbe Boubacar lasciare la sua bici, raggiungere i ragazzini e iniziare a far volteggiare in aria una catena. Due minorenni erano rimasti feriti, uno al volto (ed era stato identificato dalla polizia al pronto soccorso) e l’altro alla schiena. L’episodio, che tanta indignazione ha suscitato,ha dunque diversi contorni ancora tutti da chiarire. Diversi dei minorenni finiti sotto inchiesta sono stati interrogati la settimana scorsa e due di loro hanno effettivamente raccontato che sarebbero stati aggrediti dalla vittima proprio con la catena. I tre maggiorenni, Filippo Urso, 18 anni compiuti a gennaio, Aniello Garofalo, di 23, e Giuseppe Lucchese,di 20, si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere. In prima battuta, cioè appena identificati, avrebbero però sostenuto di essere intervenuti non per pestare Boubacar, ma al contrario per trattenere i minorenni che lo stavano aggredendo ed evitare che la situazione degenerasse ulteriormente.