Trazzeri: ritratti e storie rosanero – Adriano Bruno, palermitano d’adozione e rosanero nel cuore!
Quando, nel 1600, il filosofo francese Blaise Pascal pronunciò la sua celebre frase: “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione con conosce” di certo non stava descrivendo la passione irrefrenabile che spinge un tifoso a seguire una squadra piuttosto che un’altra.
Il calcio, per altro, non era ancora stato inventato, ma ciò che rimane immutabile nel tempo è l’irrazionalità dei sentimenti che agita il cuore della gente. Amori sconfinati, difficili da spiegare e da comprendere, soprattutto in un mondo come quello del calcio, dove molto spesso non c’è nessun legame apparente fra squadra e tifoso.
Abbiamo provato, almeno in parte, a capire queste dinamiche comportamentali e per farlo siamo arrivati, virtualmente, fino a Liegi, per incontrare il nostro amico Adriano Bruno.
Sei nato a Liegi, da madre siciliana e padre campano. Quanto ancora ti senti italiano e quali sono i valori e le tradizioni della nostra Terra che ti hanno trasmesso i tuoi genitori?
Sono nato e cresciuto in Belgio, ma credo che il senso di appartenenza va al di là dei chilometri e della lontananza. Sia mia mamma, che mia moglie sono nate ad Agrigento e questo mi ha riavvicinato di più alle mie origini siciliane. Ho sempre amato questa bellissima Terra, purtroppo manca il lavoro, ma quando vengo giù per le vacanze mi emoziono sempre, il nostro mare blu è meraviglioso. I miei genitori mi hanno trasmesso il valore della famiglia e il senso di appartenenza con le proprie radici e il rispetto per le persone.
Come è nata questa tua grande passione per i colori rosanero e cosa ti lega alla nostra città?
Essendo il capoluogo della Regione, Palermo rappresenta per me tutta quanta la Sicilia, che da sempre porto dentro al mio cuore. Quando siamo arrivati in serie A, ero finalmente felice che ci fosse una squadra siciliana nel calcio che conta. Ho fatto l’abbonamento a sky per non perdermi nessuna partita e sono stato uno dei primi tifosi rosanero in Belgio a farlo. Per me c’è una sola squadra in Sicilia ed è il Palermo, che è il capo e il cuore della nostra meravigliosa isola.
Il calcio non è l’ unica passione della tua vita, da ragazzo infatti hai praticato anche la boxe, ci racconti che esperienza è stata
Per due volte sono stato campione del Belgio nella categoria dilettanti, ero ancora un pugile in attività quando nel 2004 il Palermo è stato promosso nella massima Serie. Ricordo che quando salivo sul ring, portavo sempre con me un sciarpa al collo con l’immagine della Trinacria e una fascia rosanero, perché da sempre ho tifato per il Palermo. I colori rosanero mi davano la carica, mi emozionavano e quando combattevo con quei colori addosso, difficilmente perdevo.
C’è qualche ricordo particolare legato al Palermo al quale sei rimasto particolarmente affezionato?
Ci sono due momenti che non dimenticherò mai, uno è legato a Miccoli che per me rimarrà un giocatore unico, i suoi gol mi hanno regalato emozioni straordinarie. Quando lui disse addio al Palermo facendo il giro del campo, io piansi per due giorni, come un bambino. Fu l’anno della retrocessione e avevamo appena perso in casa l’ultima partita per 3 a 1 con il Parma. Fu davvero tanta l’amarezza, sia per come era finita la stagione, sia perché Miccoli andava via da Palermo.
L’altro ricordo invece è sicuramente molto più bello: è il gol di Vazquez a Novara, nella partita che sancì il nostro ritorno in Serie A
Come segui le partite del Palermo, con chi condividi questa tua passione?
Quando mi trovo in Sicilia, mi organizzo con i miei amici palermitani che vivono ad Agrigento per venire insieme a loro al Barbera, l’ho fatto anche a gennaio per Palermo – Fiorentina. In Belgio invece seguo le partite da solo, a meno che non si tratti di un grande evento, come la promozione di due anni fa. In queste occasioni, casa mia diventa tutta rosanero, arrivano mio fratello e mio cognato per condividere con me un momento di grande gioia. In genere però preferisco stare da solo, perché durante le partite sono concentratissimo e nessuno mi deve rompere le scatole.
Come vedi la Sicilia dall’Estero e cosa ti manca in particolare della nostra Isola?
Della Sicilia mi manca tutto, il sole, il mare, è la terza Isola più bella del mondo. Purtroppo è gestita malissimo, se vai in Spagna o in Turchia che sono molto meno belle della nostra Terra, ti accorgi che turisticamente sono sfruttate molto meglio. E’ un territorio che non è valorizzato come merita: Palermo, Cefalù, San Vito Lo Capo, Agrigento, Siracusa, Taormina sono città bellissime che meriterebbero più attenzione.
C’è una speranza o un sogno in chiave rosanero che vorresti si realizzasse un giorno?
Spero che quando Zamparini deciderà di andare via ci lasci in buone mani. Lo rispetto per quello che ha fatto, ma penso che il suo ciclo sia finito, lo vedo stanco e credo che non abbia più l’entusiasmo dei primi tempi .
Come vuoi salutare i nostri amici, quale messaggio vuoi dare a tutti i nostri tifosi?
Voglio salutare tutti dicendo che si deve tifare solo per il Palermo, capo e cuore della Sicilia. Siamo Siciliani: si o no? Basta con Juventus, Milan o Inter, un vero siciliano non può tifare per le squadre del nord; come fa un palermitano a dire “forza Juve”? Non riesco a capirlo e lo ripeto: si deve tifare solo rosanero!