L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul tecnico del Lecco Bonazzoli il quale ha parlato in merito alla gara contro il Palermo vinta al Barbera.
Emiliano Bonazzoli un anno fa allenava in Serie D, al Fanfulla. Prima, aveva guidato altre squadre dilettantistiche e due club femminili (Chievoverona Valpo e Verona). Il nome che s’era fatto da attaccante, poteva riservargli subito categorie più nobili, come capitato ad altri ex giocatori. Ma poi, dal 12 ottobre, il Lecco è entrato nella sua vita. Pareva un Everest da scalare. E invece, ha dimostrato che questo Lecco si può salvare: in 3 gare sono arrivati 6 punti, con le vittorie strabilianti di Pisa (una settimana fa) e Palermo, l’altro ieri.
Dopo un’impresa simile, come ha dormito? «Tra viaggio da Palermo e rientro in famiglia a Padova è stata una notte un po’ lunga, abbiamo anche dato due giorni di riposo ai ragazzi. Certo, il pensiero all’impresa che abbiamo fatto è rimasto, poi c’è la tensione della partita che ti resta da smaltire. Ma sono momenti molto belli»
Sei punti in 5 giorni con Pisa e Palermo: cosa è scattato? «Sicuramente abbiamo innalzato la parte fisica, siamo partiti da questo, un lavoro che era iniziato già la settimana prima del mio arrivo. Visto che possiamo avere qualcosa in meno degli avversari, dobbiamo correre più degli altri. Poi, abbiamo cercato di dare serenità ai giocatori ma nello stesso tempo li abbiamo resposabilizzati dicendo loro che c’erano i mezzi per uscire da questo trend negativo, la classifica non doveva pesare. Si è cercato di sbagliare meno perché così gli avversari ti offendono meno. Già con l’Ascoli s’era visto qualche cambiamento ma c’erano ancora errori individuali. Con Pisa e Palermo, nonostante le difficoltà delle gare, si è vista la crescita. Una grande mano me l’ha data lo staff che era già a Lecco. Non sono arrivato per imporre le mie idee ma volevo che la squadra desse un segnale importante. Così si è proseguito nell’amalgama della squadra e si è cambiato qualcosa».
A proposito dello staff: il suo vice è Malgrati, lecchese doc ed ex giocatore bluceleste. «Sicuramente un ragazzo molto disponibile e diretto, con lui è stato più semplice inserirsi nel contesto per cercare di portare subito la squadra fuori da quella strada negativa che aveva preso. Stiamo facendo un bel lavoro di staff».
Soddisfatto della carriera che ha avuto da calciatore? «Non posso lamentarmi, ho raggiunto la A e la Nazionale, peccato solo avere avuto due infortuni seri all’apice della carriera. Ma si sa che possono accadere, vanno messi nel conto. Ora da allenatore vorrei imparare da ogni stagione. Sono solo all’inizio, ho fatto Serie D e femminile, sono stato collaboratore al Renate in C. Ho tantissima strada da fare ma da ogni anno posso imparare qualcosa. E ho l’ambizione di volermi migliorare».
Da giocatore ha girato tanto. C’è una piazza che le è rimasta nel cuore e dove le piacerebbe tornare da allenatore? «Reggio Calabria. Ci ho giocato sei stagioni, ho tanti amici lì e mi sento ancora molto legato. Sono sincero: quando la Reggina è ripartita dalla D, c’era la possibilità che andassi lì e mi sarebbe piaciuto molto dare una mano per la risalita, portare la città dove merita. Non pensavo invece di fare questo doppio salto. Vorrei fare le cose sempre per gradi ma ora sono felice di essere a Lecco. Sarà un’esperienza importante dove conterà sbagliare il meno possibile».
In uno dei due recuperi, avrete il derby a Como, il 28 novembre. Sarà la partita più importante dell’anno per voi? «Sarà un derby accesissimo, tipo quello fra Bergamo e Brescia, ho capito subito quanto sia sentita a Lecco questa sfida. Vincerlo potrebbe essere la svolta. Ma prima di giocarlo ci saranno altre partite che vanno affrontate al meglio. Sarebbe importante arrivare al derby con un buona classifica che ci permetta di giocarlo al meglio, con la serenità giusta».
A Palermo ha segnato Crociata. Nella scorsa stagione, da gennaio al Cittadella, aveva realizzato reti belle e pesanti, decisive per la salvezza dei veneti. Sarà così anche col Lecco? «Sì, Giovanni al Cittadella ha fatto grandi gol e pure decisivi, lo seguivo con attenzione. E’ un giocatore molto qualitativo, il ragazzo in campo non si discute, la B la conosce bene e può dare un grande aiuto, soprattutto ai compagni che arrivano dalla C. Poi è molto disponibile e ha sempre la battuta pronta, un ragazzo davvero positivo che ben s’inserisce nell’ossatura della squadra dell’anno scorso».
Chi sale in Serie A? «Premetto: non vorrei fare il gufo. Però il Parma è la prima papabile, la squadra più forte con un gruppo importante composto da giocatori che stanno insieme da tre anni. Poi c’è il Palermo. Cremonese, Spezia e Pisa stanno avendo problemi ma possono venire fuori. E anche il Catanzaro è molto competitivo. Come il Parma sono un gruppo collaudato, fattore che aiuta il lavoro dell’allenatore perché un’identità di squadra c’è già».
Prossima sfida in casa della Reggiana di Nesta. Che squadra è? Da salvezza o qualcosa di più? «Da salvezza tranquilla, è il loro obiettivo. Hanno fatto innesti importanti e ora stanno trovando anche continuità di risultati che poi ti danno anche il morale per fare sempre meglio e ti portano sui binari giusti»
Ma questo Lecco si salverà? Fino a domenica, gli allibratori la retrocessione della vostra squadra la pagavano pochissimo, la danno per scontata… «Dobbiamo crederci, tutti. Il campionato è ancora lungo, è difficilissimo e si affrontano corazzate. L’importante è giocarsela sempre senza tirasi mai indietro. Non si va a Palermo a fare una gita. Dobbiamo provare a non lasciar niente per strada, cercare sempre di strappare il risultato in ogni campo. Sarà tosta, ma abbiamo dimostrato anche a noi stessi che possiamo rosicchiare punti ovunque».