L’edizione odierna de “La Repubblica” ha intervistato Andrea Accardi.
Ecco le sue parole:
«Accoglienza tifosi? Si era creato un ambiente da favola: striscioni, cori, applausi. Tutto per me. La gente sa che sono un tifoso prima che calciatore».
Ventisei anni, sedici col Palermo, l’idea di restare a vita. «Questa è il mio sogno, l’ambizione del bambino che aveva l’unico desiderio di indossare sempre e solo la maglia rosanero. L’anno del passaggio in A, davanti al maxi schermo al Villaggio Santa Rosalia, io c’ero con la magliettina di mio cugino Piero, oggi ds dell’Empoli. E c’ero
anche a Roma a tifare sugli spalti per la finale di Coppa Italia con l’Inter. E ora? Ricomincio da zero, la squadra va a mille ed è quello che conta. Una volta in condizione, mi giocherò il posto con gli altri. Di certo, non mi arrendo e farò tutto per meritare il rinnovo».