Abodi: «Preoccupazione per UEFA e FIFA? Non è in discussione l’autonomia dello sport»

An Milano 17/11/2014 - premio internazionale 'Il bello del calcio' / foto Andrea Ninni/Image Sport nella foto: Andrea Abodi

Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, arrivando ieri alla 74/a assemblea degli albergatori a Viareggio, si è espresso circa l’approvazione del suo disegno di riforma dello sport da presentare, poi, al Consiglio dei ministri. Il ministro si è espresso soprattutto sulla preoccupazione mostrata dall’UEFA e dalla FIFA.

«Preoccupazioni? Il dato più importante è che tutti abbiamo lo stesso obiettivo, vogliamo una capacità di lavorare sulla reputazione e sulla credibilità del sistema anche attraverso gli aspetti economico-finanziari. Ancorché la Federazione e il Coni abbiano manifestato delle contrarietà, mi sembra che ci siano le condizioni. Noi dobbiamo assumere delle decisioni e quella della terzietà, dell’indipendenza, dell’autorevolezza di questa autorità che vogliamo costituire ci porta ad andare avanti.

Possiamo avere idee differenti sullo strumento, sulle modalità di adozione, ho visto anche segnali di apertura da parte di alcune componenti che vanno valorizzati – afferma Abodi -. È evidente che non potrò non tener conto delle cose che ci siamo detti, peraltro la bozza su sui si è aperta la dialettica è una bozza per condivisione interna e invece è diventata di condivisione nel mondo, non che questo ci preoccupi perché la trasparenza è vitale, ma ci saremmo risparmiati delle polemiche.

Gli strumenti possono cambiare natura purché perseguano l’obiettivo e credo che il viatico giusto sia la terzietà dei soggetti che devono controllare. Il tutto – sottolinea ancora Abodi – nel rispetto dell’autonomia sportiva che si manifesta nell’acquisizione da parte di chi dovrebbe controllare dei criteri che devono essere valutati, degli indicatori che devono essere misurati e poi la consegna al Consiglio federale della decisione di iscrivere al campionato un club.

L’Uefa? Ha la condivisibile preoccupazione di capire esattamente quale sarà la norma. Se ci fosse stata un po’ più di prudenza avremmo potuto rispondere con maggiore precisione, sapendo che lo strumento vuole contribuire a risolvere un problema e non vuole crearne un altro. Non è in discussione l’autonomia dello sport».