Abodi: «Il Daspo a volte non è sufficiente. Occorre la certezza della pena»
A margine della presentazione del “Report dell’osservatorio calciatori sotto tiro”, a cura dell’AIC, è intervenuto il Ministro dello sport, Andrea Abodi soffermandosi su vari temi.
Ecco qualche estratto riportato da “TMW”:
«L’impegno che siamo assunti oggi è quello di dare continuità all’impegno, anche educativo e di certezza della pena per chi non rispetta le regole. Deve essere tracciata una linea di confine fra appartenere al mondo dello sport e quello della delinquenza. Da questo punto di vista non possono esserci equivoci terminologici. È fondamentale presidiare il presente e intervenire immediatamente dove necessario, ma anche tracciare la rotta di un progetto educativo che dalla scuola ripristini quali sono i principi morali con i quali si sta insieme e si vive in una società civile della quale lo sport è soltanto lo specchio più evidente. È ancora più grave che quello che succede, succede nel massimo campionato, in questo modo si corre il rischio di dare un cattivo esempio anche nella dimensione amatoriale. Il tifoso della serie A sta dando, in alcuni casi, messaggi negativi. Quando si fa un insulto razzista, sessista, territoriale, si esce dalla categoria del tifoso e si entra in quella dei delinquenti. Lo stadio deve essere il luogo per ridere e festeggiare, o piangere se la squadra va male, ma non per delinquere»
Le società sportive possono dare un contributo? «Le società stanno facendo in gran parte quello che devono fare. Dobbiamo aumentare il livello della collaborazione per essere più efficaci, perché se questi numeri rimangono stabili vuol dire che abbiamo margini di miglioramento e dobbiamo impegnarci di più, insieme».
Il DASPO è sufficiente come mezzo di contrasto? «Il DASPO non è sufficiente perché atti di delinquenza avvengono anche fuori dallo stadio. Non possiamo limitarci al fatto che dentro lo stadio succede qualcosa di minore. Noi dobbiamo fare in modo che lo sport sia portatore di fattori educativi. Il DASPO serve, ma servono anche altri strumenti di maggior efficacia, ma soprattutto serve la certezza della pena. Dobbiamo fare in modo che le norme non siano equivocabili e che non si sottostimi da parte di chi deve giudicare il comportamento delinquenziale perché troppo spesso questi delinquenti vengono presi e rilasciati immediatamente. Noi dobbiamo capire dove poter incidere, affinché chi giudica possa farlo mettendo in condizione l’opinione pubblica di comprendere il valore della certezza della pena».