AAA Cercasi luce dagli esterni: il Palermo attende i suoi fantasisti

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo e in particolar modo sugli esterni che contro il Bari non hanno brillato.

In una squadra che punta molto sulle qualità dei singoli la capacità di accendere la luce può essere determinante per uscire da situazioni complicare e trasformare un pareggio in vittoria. A Bari però la lampadina è rimasta spenta: nel nuovo 4-3-3 di Corini tocca a Insigne e Di Mariano illuminare la fase offensiva e mettere ì compagni. ln primis Brunori, in condizione di segnare, ma né nel primo tempo in 11 contro 11 né nel secondo con la doppia superiorità numerica ci sono riusciti,

Il tempo a disposizione per affinare l’intesa non è stato moltissimo, dal momento che il numero 10 ha saltato quasi tutto il ritiro per la lesione alla coscia; ma dall’ex Frosinone, fresco di promozione con il record personale di 8 gol, ci si aspettava fin da subito un impatto più deciso. Il campionato è lunghissimo ed entrambi hanno il carisma e l’esperienza per lasciarsi alle spalle un debutto tutt’altro che indimenticabile, ma per puntare a una stagione di vertice servirà un cambio di passo immediato già a Reggio Emilia.

Della gara di Insigne i lampi più significativi riguardano un paio di scambi nello stretto con Vasic e poco altro: i suoi calci piazzati sono stati neutralizzati con facilità dalla difesa barese e anche i cross, tolto quello su cui Brunori ha guadagna- to il rigore (deviato però in modo determinante da Maiello), non sono stati all’altezza del potenziale del giocatore. Di Mariano, che a Cagliari era stato tra i più vivaci, ha registrato un netto passa indietro e non solo per l’errore dal dischetto: il duello con Dorval è stato stravinto dal terzino dei pugliesi, mai in affanno nell’une contro uno e capace di leggere le situazioni in anticipo rispetto al diretto avversario. Nonostante l’exploit dell’ex Frosinone nello scorso campionato, né lui né il numero 10 hanno mai avuto la
doppia cifra realizzativa nelle loro corde: ciò che gli si chiede è soprattutto fluidità alla fase offensiva e capacità di dialogare con i terzini per le sovrapposizioni, con gli incursori per gli inserimenti e con le punte per le finalizzazioni: niente di tutto ciò, per colpe non solo loro, si è visto al San Nicola.