Oggi, più delle altre volte, stare a discutere su come o in che modo è arrivata la vittoria è davvero inutile. Soliti pochi pregi, soliti tanti difetti. Ma tra le poche cose emerse nei 90 minuti di Verona-Palermo e, soprattutto, nelle ore antecedenti e successive alla partita, ce n’è sicuramente una che è più importante di tutte: se ancora qualcuno credeva che la squadra rosanero fosse ormai ridotta a brandelli si sbagliava. Altro che gruppo disunito, al “Bentegodi” sono scesi in campo in ventitré, senza contare i giocatori in tribuna, quelli infortunati, lo staff medico e tecnico, i massaggiatori e i magazzinieri, mettiamoci anche il presidente e la dirigenza ed infine, non per ultimi, i tifosi. Con tale superiorità numerica nemmeno il miglior Verona di questa stagione ha potuto avere la meglio. Ma tra tutta questa gente, lì vicino alla panchina, inerme e solo, silenzioso e pensieroso stava lui, Davide Ballardini.
Lui che insieme a Sorrentino ha rubato la scena degli ultimi due giorni. Lui che è stato protagonista della lite con il portiere rosanero. Lui che a detta del numero 70 non ha preparato la partita, non ha parlato ai giocatori né prima, né durante, né al termine della gara. Lui che avrebbe voluto tenere fuori mezza squadra perché, a parer suo, gli stava remando contro. Lui che è stato esonerato e poi non più e che adesso, dopo le chiare parole del capitano ai media, è nuovamente fuori. Lui che non ha mai dato la sensazione di avere in pugno la squadra e che non è riuscito, nemmeno in un momento, a guadagnarsi la fiducia nemmeno del presidente Zamparini. Ballardini è l’unico escluso da questo successo.
Vazquez segna, tutta la squadra si abbraccia, dagli undici in campo ai calciatori in panchina. Il mister rimane immobile, fermo a pensare così come era stato nei minuti prima e come ha continuato a fare per tutto il resto del match. La squadra è confusa, gioca senza una chiara logica tattica ma vince. Vince col cuore, vince dimostrando come tutti corrano verso la stessa direzione. Che evidentemente non è la stessa direzione dell’allenatore. Ballardini attende l’ennesimo messaggio dal patron friulano, forse l’ha già ricevuto. Tornerà Iachini? Verrà promosso Viviani? O resterà ancora una volta lui in panchina? Una cosa è certa: tutta la rosa è unita, ogni componente si protegge l’un l’altro con a capo Sorrentino, protagonista ancora una volta di una strepitosa prestazione, nata probabilmente dalla voglia di rivalsa verso chi lo voleva rispedire verso il capoluogo siciliano. A Verona hanno vinto tutti. Tutti tranne Ballardini. Che quasi sicuramente ha perso il posto e soprattutto la faccia.