Stroppa: «A Palermo abbiamo dimostrato chi siamo. Ma non basta»

La sosta è alle spalle, il campionato riparte e la Cremonese è chiamata a confermare quanto di buono mostrato nelle ultime due uscite. Dopo le vittorie contro Catanzaro e Palermo, i grigiorossi tornano allo Zini per affrontare un avversario ostico e imprevedibile: il Cittadella. I veneti sono in piena lotta salvezza e si esprimono meglio in trasferta che in casa, ma i numeri stagionali li presentano come squadra ampiamente alla portata della Cremo.

Nonostante ciò, Giovanni Stroppa mantiene alta la guardia:
«Dobbiamo affrontare ogni partita come se fosse una finale o un playoff. Serve l’atteggiamento giusto, giocare con le caratteristiche che ci hanno contraddistinto. Il Cittadella, pur avendo cambiato qualcosa, resta il solito: una squadra tignosa, verticale, che cerca di vincere i contrasti sui mezzi palloni. Sarà una gara difficile da interpretare nel modo corretto».

L’entusiasmo post Palermo non sembra essersi disperso con la sosta:
«Credo che sia indifferente. Se avessimo continuato a giocare, l’entusiasmo ci avrebbe aiutati a cavalcare l’onda, ma la squadra si è allenata benissimo. Le avvisaglie sono positive, quindi mi auguro di proseguire con l’approccio mostrato nelle ultime gare».

Qualche dubbio in vista della formazione, soprattutto per il rientro dei nazionali:
«Su Pickel ci sto pensando. Antov? I tre dietro stanno bene, fisicamente attraversano un buon momento e non mi va di cambiare tanto per cambiare. Il dubbio riguarda Charles».

Sugli innesti invernali, il tecnico si mostra soddisfatto:
«Gelli è arrivato infortunato, ora è ad un ottimo livello. Valoti ha inciso a gara in corso, ma quell’influenza lo ha debilitato e sta recuperando la condizione. I nuovi hanno portato qualità e anche numeri importanti».

Lo spirito della squadra, secondo Stroppa, è rimasto intatto:
«Gli allenamenti sono stati fatti nel modo giusto. Peccato solo per il rientro tardivo dei nazionali, soprattutto Pickel, che si è allenato da ieri. Ma vedo intensità e coinvolgimento da parte di tutti».

Proprio a Palermo i cambi hanno fatto la differenza:
«Spesso leggo che i meriti vanno all’allenatore per i cambi, ma io li do ai ragazzi per la mentalità. Per me è più facile scegliere quando ho giocatori che vogliono imporsi. Anche chi non entra è dentro il progetto, ed è fondamentale».

Sulla strategia offensiva e il ruolo di Johnsen:
«Non è solo una questione di verticalità. La squadra può anche palleggiare e far muovere l’avversario. L’importante è essere padroni del campo, fare le cose nel modo giusto e non forzare le giocate».

Il 27 marzo si sono celebrati i 32 anni dalla vittoria del Trofeo Anglo-Italiano, mentre a Palermo è arrivata la prima vittoria dopo oltre 80 anni. Stroppa resta concentrato sul presente:
«La storia c’è, ma a me interessa vincere il più possibile da qui alla fine. Aver vinto a Palermo ha un significato oggi, ma come verrà giudicato tra dieci anni non si sa. L’importante è dare continuità».

Due partite consecutive con lo stesso undici titolare:
«Tengo conto di tutto. Dipende da come stanno i ragazzi e dalle risposte che mi danno. Finora ho sempre scelto la formazione migliore e andrò avanti così».

Sulla riduzione della squalifica di Vazquez:
«Due giornate in meno fanno piacere. Dobbiamo tenerlo in condizione perché tornerà comodo».

Infine, sull’intensità mentale e fisica della squadra in questo rush finale:
«A Palermo sei dei loro avevano i crampi, un dato che fa capire la nostra intensità. È importante non subire nel finale e provare a segnare di più. Lo scorso anno abbiamo sfiorato qualcosa di importante. Io quella finale la considero un punto di partenza. Servono sangue che ribolle e mentalità vincente. Vedremo cosa succederà alla fine, ma il gruppo è eccellente e va avanti con grande spirito».